Progetto MECA: convegno finale

Convegno finale progetto MECA - 1 marzo 2024
Il 1° marzo 2024, presso la riseria del Molino Peila a Valperga, si è svolto il convegno finale di presentazione dei risultati del progetto MECA, che ha visto la partecipazione di oltre 70 persone tra agricoltori e operatori del settore.

Il progetto MECA - MElia CAnavesana - ha avuto come capofila il Molino Peila S.p.A. e come partecipanti la cooperativa Agricoltori del Canavese di Chivasso, 4 aziende agricole associate alla cooperativa (Davide Actis Caporale di Romano canavese, Davide Borello di Ivrea, Fratelli Depaoli di Vische e Stefano Massetto di Strambino) e il DI.SA.FA. dell’Università di Torino. Ha collaborato quale consulente esterno la società Planta di Bergamo del genetista dott. Alberto Verderio.

Per iniziare è stato proiettato il filmato realizzato per riassumere obiettivi e risultati del progetto.

L'introduzione è stata a cura del coordinatore del progetto Alessandro Peila, dottore agronomo del Molino Peila.

Sono stati riassunti brevemente i motivi che hanno portato alla costituzione del G.O: le varietà tradizionali locali di mais hanno bassa capacità produttiva, modesti caratteri agronomici, maggiori difettosità nella granella e presentano rischi sanitari; ciò si traduce in possibili maggiori costi di produzione e minori rese produttive rispetto alle varietà moderne.

Il progetto ha avuto l’obiettivo di sviluppare - attraverso la collaborazione con la ditta sementiera italiana Planta e il DISAFA dell’Università di Torino - genotipi innovativi di mais derivati da varietà locali, in grado di mantenerne le proprietà organolettiche e nutrizionali, ma con capacità produttive e agronomiche più idonee alla realizzazione di una filiera industriale di qualità elevata.

Il risultato tecnico ottenuto è un prodotto ad alto valore aggiunto, con una forte connotazione territoriale di filiera e un chiaro vantaggio nutrizionale e salutistico.

Il risvolto economico è la creazione di una filiera ad alto valore aggiunto, fortemente collegata all’areale produttivo e al territorio regionale con aziende agricole appartenenti al gruppo CAPAC.

 

Il secondo intervento è stato del dottor Alberto Verderio, titolare di Planta S.r.l.

Il dott. Verderio ha illustrato le caratteristiche delle varietà tradizionali locali, che presentano debolezze intrinseche:

  • produzioni molto inferiori ai mais ibridi convenzionali,
  • bassa tolleranza agli stress, alla suscettibilità dei danni da piralide e dei funghi produttori delle micotossine,
  • scarso adattamento alle pratiche agronomiche convenzionali ed alla raccolta meccanizzata.

Successivamente ha spiegato il lavoro compiuto applicando metodi di selezione ricorrente per valore di progenie S1-S2 (selezione intrapopolazione) con ricostituzione della popolazione a ciclo migliorato C1 (selezione ricorrente) attraverso l’interincrocio delle linee migliori. Quest’attività è stata integrata in metodi di selezione interpopolazione per l’utilizzo dell’eterosi, incrociando le linee S1-S2 selezionate con linee élite già esistenti, portatrici dei caratteri agronomici favorevoli.

Il risultato del lavoro – condotto anche con prove in controstagione – è stata la creazione di un genotipo stabile con caratteristiche nettamente migliori di quello di partenza.

La varietà ottenuta denominata “Pignoletto Peila” è stata iscritta al registro nazionale delle specie agrarie ed ortive per l’identificazione delle stesse, registro istituito con Decreto legislativo 2 febbraio 2021 n. 20 nella classe FAO 600.

Alessandro Peila - Molino Peila S.p.A.

Alessandro Peila - Molino Peila S.p.A.

Alberto Verderio - Planta S.r.l.

Alberto Verderio - Planta S.r.l.

Terzo relatore è stato il professor Massimo Blandino, docente all’Università di Torino di coltivazioni erbacee nel corso di scienze e tecnologie agrarie, di Produzioni cerealicole e di Qualità e Innovazione delle filiere vegetali nel corso di laurea magistrale in Scienze e Tecnologie alimentari.

Il professor Blandino ha illustrato le prove agronomiche condotte in 3 campagne agrarie, dal 2021 al 2023, nei terreni delle aziende agrarie dei 4 partecipanti al G.O.

In ogni campagna agraria sono stati confrontati 7 genotipi di mais destinati alla filiera molitoria per uso alimentare adottando uno schema completamente fattoriale con il confronto di due sistemi colturali, uno convenzionale e uno biologico. Il confronto varietale ha previsto la valutazione di due innovativi ibridi F1, ottenuti incrociando la varietà Pignoletto rosso del Canavese, ecotipo locale a libera impollinazione, con delle linee parentali di Planta s.r.l. (SN208 e SN148).

I nuovi genotipi sono stati valutati in relazione all’ecotipo locale e a due ibridi commerciali, Dekalb DKC6092 e Pioneer P1547, tra i genotipi di riferimento della filiera molitoria per il settore alimentare.

Nel confronto sono stati inseriti altri ibridi F1 ottenuti da altri programmi di miglioramento genetico di varietà tradizionali differenti dal Pignoletto e di interesse per il consumo umano: ISH 302V, frutto dell’ibridazione di una linea pura autoimpollinante ottenuta dall’ecotipo Marano, e Morello, con granella viola per la presenza di antociani nel pericarpo, a seguito di incrocio di un ecotipo sudamericano tipo Morado, adattato al fotoperiodo.

Nelle campagne agrarie 2022 e 2023 sono inoltre stati valutati ulteriori 5 nuovi ibridi F1 alternativi a SN208 e SN148, ottenuti dall’incrocio del Pignoletto rosso, utilizzato come linea parentale impollinante, con diverse linee femminili portaseme.

 

Il quarto intervento è stato svolto dal p.a. Luca Barbero, tecnico della Cooperativa Agricoltori del Canavese.

Barbero si è concentrato sulle esperienze di confronto varietale a pieno campo tra gli ibridi di riferimento per la filiera alimentare, P1547 e DKC 6092, e gli ibridi Pignoletto Peila in coltivazione e di nuova costituzione, evidenziando da un lato il differenziale produttivo tra le due tipologie - maggiore nel caso della gestione convenzionale, più limitato in biologico - ma che viene comunque compensato dalla maggiore premialità della filiera Pignoletto Peila, come illustrato da un sintetico confronto dei costi di produzione.

Le performance produttive ottenute nei tre anni del progetto MECA sono state confermate anche dai risultati raggiunti da alcune aziende agricole che hanno coltivato e prodotto Pignoletto Peila in collaborazione con la Cooperativa ed il Molino.

La conclusione dell’intervento ha evidenziato come le basi create durante questi anni sono sicuramente un punto di partenza interessante per poter rafforzare e migliorare ulteriormente la coltivazione di questi materiali e la loro gestione in ottica di filiera.

Massimo Blandino - DI.SA.FA. UniTO

Massimo Blandino - DI.SA.FA. UniTO

Claudia Sardella - DI.SA.FA. UniTO

Claudia Sardella - DI.SA.FA. UniTO

L’intervento conclusivo è spettato alla dottoressa Claudia Sardella, attualmente dottoranda presso DISAFA, che ha esposto i risultati delle prove di macinazione.

Lo scopo delle prove è stato quello di confrontare 3 lotti commerciali ottenuti durante la campagna agraria 2022:

  • 2 lotti ottenuti da ibridi caratterizzati da media e alta qualità molitoria (rispettivamente DKC6092 e P1547 - quest’ultimo ibrido scelto in quanto è oggi il più usato nell’ambito della filiera molitoria della macinazione a secco);
  • 1 lotto ottenuto a partire da ibridi innovativi di Pignoletto rosso del Canavese (Pignoletto Peila), caratterizzati da alte rese molitorie e migliori proprietà salutistiche.

Il lavoro ha previsto l’adozione di tre diversi percorsi molitori, che sono stati effettuati presso il Molino Peila:

  • macinazione a pietra tramite macina acquistata appositamente per il progetto, per l’ottenimento di una farina tutto corpo;
  • macinazione a pietra seguita da setacciatura, per l’ottenimento di una farina semi-integrale;
  • processo convenzionale di degerminazione semi-umido per l’ottenimento di spezzati grossi, seguito da macinazione a pietra o da raffinazione con laminatoi degli spezzati.

È stata inoltre valutata la strategia molitoria di ricombinazione di farina raffinata con tipologie di crusche differenti, provenienti dalla fase di degerminazione o da quella di raffinazione, per l’ottenimento di farine semi-integrali.

Il vantaggio dell’utilizzo dell’ibrido innovativo è stato esplorato in termini di qualità sanitaria (micotossine normate ed emergenti) e salutistica (composti bioattivi, proprietà antiossidanti) tramite l’analisi della granella di partenza, dei 6 diversi tipi di farine ottenuti tramite i diversi percorsi molitori, e di tutti gli intermedi e i sottoprodotti della lavorazione.

Infine è stato dedicato un momento alle domande del pubblico, particolarmente interessato ai risvolti economici, alla redditività della nuova varietà ed alla possibilità di stipulare accordi di filiera.

La parte finale del convegno è stata riservata ad una visita alla modernissima riseria e ad un buffet di prodotti realizzati con le farine derivanti dalla nuova varietà Pignoletto Peila, preparati da Edoardo Data, pasticcere e responsabile de La Ruà - la linea di pasticceria dolce e salata del Molino Peila.

Visita alla Riseria Peila

La conclusione della visita alla Riseria Peila

La Ruà - Edoardo e Vittoria

Edoardo e Vittoria - La Ruà

Buffet La Ruà

Buffet preparato da La Ruà con le farine Pignoletto Peila

Il progetto MElia CAnavesana - Per lo sviluppo e valorizzazione di una filiera maidicola canavesana basata sulla coltivazione di germoplasma locale, è stato realizzato grazie al FEASR - Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale.

Enti finanziatori

Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020
Misura 16 Cooperazione | Operazione 16.1.1 - Azione 2 - Sostegno alla gestione dei GO e attuazione dei progetti